La valutazione del rischio d’esplosione è sempre più richiesta ai datori di lavoro come indicato dal testo unico sulla sicurezza D.Lgs. 81/08. Molti materiali che non presentano rischio di esplosione allo stato solido possono divenirlo se miscelati nella giusta quantità con l'ossigeno dell'aria, ad esempio le materie alimentari quali zucchero, sale, pepe, farina ecc. ma anche metalli come ferro, alluminio, rame, ecc...
Più ovvio è invece per quegli impianti in cui sono presenti benzina, GPL o gas naturale, idrogeno sviluppato dalla ricarica delle batterie dei carrelli elevatori, centrali termiche, ecc...
Sempre maggiori sono le indagini svolte dagli organismi di prevenzione, dell’Asl o dell’Arpa, che verificano e puniscono datore di lavoro e dirigenti sia civilmente che penalmente nel caso in cui manchi la suddetta valutazione. Spesso tale documentazione è da consegnare anche al comando provinciale dei Vigili del Fuoco per il rilascio o il rinnovo del Certificato di Prevenzione incendi (CPI).
Il nostro studio si occupa di tale valutazione in ottemperanza a quanto sopra citato secondo le normative CEI vigenti.
Il progetto ha previsto lo sviluppo di una piattaforma per i percorsi formativi integrata ad un software gestionale per ottimizzare l'attività aziendale e alla luce di un incremento di questa area di attività sono state realizzate anche delle consulenze specialistiche al fine di riadattare l’obiettivo strategico e migliorare il posizionamento nel mercato e al fine di migliorare il sito.